PIANELLO DI OSTRA

Scarse le notizie su Pianello e recente la sua formazione.

Lo studioso Paolo Giuliani nel suo saggio sulla Tipizzazione testuale dei centri storici , dopo aver definito la contrada come “insediamento residenziale di entità variabile, i cui edifici risultano distribuiti a lato di una o più strade”, propone come esempio di tale realtà urbana proprio Pianello di Ostra che venne “edificato in corrispondenza di un ponte sul Misa, in prossimità del quale, le caratteristiche favorevoli del letto del fiume consentivano l'escavazione della ghiaia”.

Ciò ha influito anche sulla qualificazione dei tipi edilizi. “Infatti l'esigenza di ospitare gli ingombranti carri del trasporto della ghiaia ha condizionato la dimensione della strada e l'ampiezza delle aperture degli edifici, per consentire la manovra e il parcheggio dei carri.

Tale contrada, all'oggi, risulta soggetta non solo ad alienazione funzionale come è normale quando vengono a mancare le motivazioni economiche a scala urbana che davano ragione dell'insediamento, ma pure soggetta ad una crescita anomala.

Alla devitalizzazione della contrada esistente, il crollo del ponte e l'interruzione del tracciato, è succeduta l'edificazione di un nuovo ponte a valle con relativo nuovo percorso riedificato pure a contrada. La singolarità consiste nella presenza di due contrade giustapposte senza relazione trasformativa, ma coesistenti per semplice accostamento 1 ”.

Non è un caso quindi che fra i primi abitanti di Pianello numerosi fossero i carrettieri, diventati poi dopo il secondo conflitto mondiale titolari di imprese di autotrasporti, ancora esistenti.

La descrizione di Pianello fatta dal Giuliani nel 1979 vale anche per i nostri giorni. La variante all'arceviese, inaugurata nel 2010 per spostare all'esterno della frazione il traffico, soprattutto pesante, secondo un tracciato ancora più a valle del preesistente e le nuove, numerose abitazioni edificate in questi ultimi anni, non hanno infatti modificato questo impianto, anzi l'hanno ulteriormente confermato.

Istituto Geografico Militare, F° 117 – IV NE Ostra

Agli inizi dell'Ottocento l'abitato vero e proprio, molto probabilmente, non doveva ancora esistere. C'era solo un primo minuscolo aggregato di case di cui troviamo testimonianza nel Catasto Gregoriano.

Qui infatti una delle quattro sezioni, la seconda 2, in cui si articola il territorio del comune di Montalboddo porta il nome di Pianello 3; comprende praticamente tutto la contrada posta oltre il fiume Misa, confinante con i comuni di Senigallia, Ripe, Corinaldo e Ostra Vetere.

Nella mappetta, composta di quattro fogli il “caseggiato” del Pianello appare non solo in mappa, e la sezione appare così prendere il nome dal toponimo più rilevante in essa compreso,

ma anche nella riproduzione in scala del piccolo centro abitato, posta nel margine basso della pagina.

Alla metà del secolo le cose non dovevano esser cambiate di molto e il piccolo aggregato doveva ancora confondersi con la campagna.

Non venne preso in considerazione infatti quando il 9 settembre 1860 il cardinale Domenico Lucciardi, Vescovo di Senigallia, deliberò con apposita Bolla la razionalizzazione e la riorganizzazione delle parrocchie esistenti nel comune di Ostra, passando dal sistema famigliare a quello territoriale, che meglio permetteva ai curati di seguire i propri fedeli.

La parrocchia urbana di San Gregorio Magno, che aveva la sua sede nella chiesa omonima posta all'interno della cinta muraria, venne trasferita nel territorio oltre il fiume Misa, che allora comprendeva 113 famiglie e 844 anime e, per permettere a tutti i parrocchiani sparsi per la campagna di frequentarla, la nuova chiesa, con annessa canonica, venne costruita in aperta campagna quasi al centro della contrada, lungo la strada che dall'Arceviese porta alla parallela valle del Nevola e a Corinaldo.

Tale scelta dimostra che l'abitato lungo il fiume era ancora irrilevante e comunque marginale e periferico rispetto all'intera contrada, che pure ne traeva il nome.

Tuttavia come ricorda Don Virgilio Mosci, Rettore-Parroco della Parrocchia di San Gregorio Magno Papa d'oltre Misa, “nel giro di non molti anni [si poté vedere] sorgere ed espandersi, al piano, in vicinanza del fiume, sui lati dell'arceviese, una borgata di case operaie e coloniche, un agglomerato cioè di famiglie, a cui fu dato nome Pianello e che finì per assumere la fisionomia e la qualifica di Frazione del Comune di Ostra 4 ”.

Ancora alla fine del secolo in ogni modo non si può parlare di un vero e proprio paese, come dimostrano gli atti di nascita del Comune, dove dei nati si dice talvolta “nato in località Pianello” altre volte “in località Fiume”, e i registri degli Stati delle anime della Parrocchia di S. Gregorio, dove si ritrova la stessa alternanza: “contrada fiume” o “contrada Pianello”. Il nome della futura frazione c'è già, ma non è ancora definitivo ed unico.

Nel piccolo abitato già dal 1886 c'era per iniziativa di Vincenzo Ricciotti un'osteria, a cui si aggiunse poi una rivendita di Sali e tabacchi e generi vari, collocata lungo il tracciato della strada arceviese, subito dopo il ponte, che finì per costituire un luogo di incontro e aggregazione per tutta la popolazione.

Chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno Papa d'oltre Misa

Negli anni seguenti il piccolo abitato dovette espandersi ulteriormente tanto da ottenere già nel 1910 un posto telefonico pubblico e l'istituzione, a seguito di una petizione firmata da 195 persone, di una fiera annuale di merci e bestiame.

Nel 1911, secondo i dati del censimento, comprende 209 abitanti. Questa progressiva crescita provocò uno squilibrio all'interno del territorio della parrocchia, dato che la chiesa parrocchiale appariva ormai decentrata.

Gli abitanti del piccolo borgo infatti per poter partecipare alle funzioni ed ai riti sacri dovevano percorrere oltre due chilometri, allora per lo più a piedi, dal piano fino alla collina dove si trovava la chiesa. Si venne quindi facendo sentire sempre di più l'esigenza di una chiesa a Pianello per potervi assistere alle sacre funzioni domenicali.

Come narra sempre Don Virgilio Mosci: “Erano parecchi anni che si parlava di erigere a Pianello una Chiesetta. Finalmente nel marzo 1925 una commissione di parecchi individui, fra cui principalmente Ricciotti Vincenzo, Aguzzi Giuseppe, Abbrugiati Giuseppe, Pianelli Giuseppe e Pasqualini Vittorio, chiamarono me Don Virgilio Mosci Rettore Parroco, ed esposero la loro volontà di procedere alla costruzione di detta Chiesa.

Domandarono il mio parere; fui favorevole per diverse ragioni: a) perché i fedeli della frazione Pianello pochissimo frequentavano la Chiesa Parrocchiale e così io avrei avuto modo di portare qualche volta la parola di Dio a quella popolazione; b) perché la Chiesa sarebbe sorta in luogo di facile accesso, specialmente per trasporti funebri; c) perché il Pianello si avviava ad essere un paesetto; d) perché la Chiesa parrocchiale era in cattive condizioni statiche”.

Grazie alle oblazioni dei fedeli e al contributo dello stesso parroco, sul terreno concesso gratuitamente dalla famiglia Amici-Rocchetti venne edificata la nuova chiesa, che fu inaugurata l'11 aprile 1926 5.

Negli stessi anni la frazione venne anche dotata di una scuola elementare, intitolata a Guglielmo Oberdan, che si venne ad affiancare a quella rurale di San Gregorio, edificata fra il 1915-17.

Trascorsi gli anni del fascismo anche a Pianello si fecero sentire i contraccolpi della guerra, in particolare del passaggio del fronte, quando fra l'altro le truppe tedesche in ritirata minarono e fecero saltare il ponte sul fiume Misa. E non fu l'unico atto bellico che riguardò la frazione. Il 7 aprile 1944 infatti alle 13.45 aerei anglo-americani di tipo non precisato mitragliarono in località Pianello un'autovettura, causandole lievi danni e provocando due feriti fra i civili 6.

In questo periodo, fra il 1944 e il 1945, Sergio Anselmi, storico di fama non solo locale per i suoi studi in campo economico ed in particolare sulla storia dell'agricoltura, trascorse un breve periodo, come sfollato, presso la famiglia di Ricciotti Fausto 7.

Nel dopoguerra e negli anni '50 non si ebbero grandi mutamenti nella frazione e nella vita dei suoi abitanti. E' da rilevare solo un leggero, ma costante aumento della popolazione, più intenso negli anni ‘60, quando iniziò il grande esodo delle campagne.

In seguito a questo processo, già nei primi anni '70, la piccola realtà urbana appare ormai largamente dominante rispetto alla campagna tanto da rovesciare la situazione di inizio secolo, quando ai 209 abitanti della frazione si contrapponevano i 625 del contado.

Ora, come segnalava don Giuseppe Paradisi nel Libro delle memorie nella zona rurale - collinare vivevano solo 140 persone circa, e a Pianello, sempre in aumento, 800 persone circa.

Si arriva così allo spostamento della sede della parrocchia dalla campagna all'abitato e al conseguente abbattimento della piccola chiesetta, edificata nel 1925, per poter costruire sullo stesso luogo una chiesa più ampia, la dimora del parroco e i locali parrocchiali.

I lavori iniziati nel luglio del 1971 si concluderanno nel giugno del 1974 e il 28 settembre 1974 la Chiesa viene solennemente benedetta in onore di S. Gregorio Magno e inaugurata ufficialmente.

Anche in questo frangente la famiglia Ricciotti ebbe una parte significativa. Carlo Ricciotti, componente del Comitato esecutivo per la erigenda nuova chiesa del Pianello, nella riunione del 19 maggio 1970, avente come unico punto dell'ordine del giorno la scelta del luogo ove far sorgere il nuovo complesso parrocchiale, difese la proposta di edificare la nuova struttura sul luogo della precedente, come del resto indicato dalla maggioranza dei capofamiglia riunitisi precedentemente in assemblea l'8 aprile 1970.

Per meglio sostenere questa ipotesi, contro chi osservava che il terreno a disposizione era appena sufficiente per il nuovo complesso, si disse disposto a cedere un pezzo di terra a confine, anche se separato dal fosso, per dare un po' di spazio ai nuovi edifici e per lo svolgimento delle attività pastorali della parrocchia.

Nel settembre del 1981 il parroco Adriano Torregiani l'ottenne in comodato gratuito e finalmente il 20 febbraio 2003 il piccolo appezzamento venne donato dagli eredi alla parrocchia di San Gregorio Magno, perché fosse destinato a campetto parrocchiale polivalente, legato successivamente all'oratorio parrocchiale.

Tra la fine del Novecento e gli inizi del nuovo secolo si è avuto, poi, un ulteriore sviluppo, che ha provocato profonde trasformazioni nell'abitato, con la nascita di nuovi insediamenti industriali e artigianali e con la crescita e il differenziarsi dei servizi (banche, ristoranti, bar, centri artigianali e commerciali).

La forte crescita edilizia, senza modificarne la tipologia, ha cambiato grandemente la fisionomia della frazione. L'arceviese, che fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, poteva apparire come una circonvallazione che tagliava fuori l'abitato ( al suo esterno si contavano solo un paio di case) oggi è diventata un'arteria che lo spezza in due, isolando il nucleo più antico dalla parte, oggi assai più grande, di nuova edificazione.

La crescita della popolazione è stata determinata non solo dal trasferimento nella frazione di nuovi nuclei famigliari, ma anche, come vogliono i nostri tempi, dall'arrivo di numerose famiglie di extracomunitari. Il numero degli abitanti e così notevolmente cresciuto dagli 800 circa del 1971 agli attuali 1200 circa. Ed ovviamente è cambiata e si è fatta più articolata e complessa la struttura stessa della popolazione che fino a cinquant'anni fa, a parte pochi altri nuclei famigliari, si esauriva in tre o quattro famiglie più numerose (Pianelli, Ricciotti, Conti).

Non esistono immagini che documentino la realtà della frazione nel passato, troppo recente e piccola per destare l'interesse e l'attenzione di qualche fotografo o per apparire in qualche cartolina.

Possediamo solo alcune foto, relative al funerale di Olga Pianelli, avvenuto il 6 luglio 1955, fatte eseguire dal padre e dai fratelli del marito Ugo Ricciotti, allora ricoverato in clinica, in modo che potesse vederle in seguito.

Fra le altre due ci paiono significative e per questo degne di essere riprodotte: la prima mostra l‘attuale via Ex-Erceviese.

Da notare sul fondo, a destra, preceduta da una costruzione più piccola adibita a garage-magazzino, la casa di Emiliano Ricciotti e a sinistra, sull'altro lato della strada, la presenza di due pagliai, a dimostrazione di come ancora l'abitato fosse un tutt'uno con la campagna circostante.

La seconda offre invece una rara testimonianza della chiesetta edificata nel 1925 e dei locali, alla sua destra, del circolo Acli, in cui per qualche tempo ebbe sede anche la scuola materna.

1 Giuliani, Paolo, Tipizzazione testuale dei centri storici , in Nelle Marche Centrali. Territorio, economia, società tra Medioevo e Novecento: l'area esino-misena , A cura di Sergio Anselmi, I, Jesi, Cassa di risparmio, 1979, p. 178-180.
2 Le altre tre sono: Montalboddo, sez. I; S. Giovanni e San Martino, sez. III; Solindio, sez IV.
3 Stato Ecclesiastico. Provincia della Marca, Delegazione di Ancona, Governo di Jesi, Comune di Montalboddo, Mappa ridotta di Pianello, Sezione II della Comune di Montalboddo, in ASAn, Mappe Del Catasto Pre-Unitario II Parte - Distretto di Jesi,n.67.
4 Libro di memorie relativo alla parrocchia, 1860- ,compilato dai Rettori Parroci della Parrocchia di San Gregorio.
5 Ivi.
6 Bombardamenti su Ancona e provincia, 1943-1944 .A cura di Camillo Caglini,Ancona, Cassa di Risparmio di Ancona, 1983, p.61 e 175.
7 Lo ricorda lo stesso Anselmi nella Memoria inedita sugli anni 1943-1946 , stampata in calce al volume Conversazioni sulla storia . A c. di Valentina Conti, Ancona, Affinità Elettive, 2004, p. 66-70.

 

Testi consultati

Paolo Giuliani, Tipizzazione testuale dei centri storici , in Nelle Marche Centrali. Territorio, economia, società tra Medioevo e Novecento: l'area esino-misena . A cura di Sergio Anselmi, Jesi, Cassa di risparmio, 1979.

Angelo Mencucci, Parrocchia di San Gregorio Magno in Senigallia e la sua diocesi: storia fede arte , II, I comuni delle diocesi, Fano, Editrice Fortuna, 1994, pp. 1893-1942.

Giancarla Raffaeli, Ostra e la sua banca : una storia di novant'anni, 1914-2004 , Banca di credito cooperativo di Ostra e Morro d'Alba, 2004.

Sergio Anselmi, Conversazioni sulla storia. Con una memoria inedita sugli anni 1943-1946 . A cura di Valentina Conti, Ancona, Affinità elettive, 2003.