UN FUNERALE DEGLI ANNI CINQUANTA DEL NOVECENTO

Il funerale di Olga Pianelli, moglie di Ugo Ricciotti, avvenuto il 6 luglio 1955, venne riprodotto in una sequenza fotografica perché il marito, in quel momento ricoverato in clinica, potesse successivamente vederlo.

E' diventato così un prezioso documento visivo degli usi funebri della metà del secolo scorso, che affondavano le radici nei rituali dei decenni precedenti e che appaiono profondamente diversi da quelli attuali.

Offre inoltre una testimonianza non solo degli edifici e delle strutture edilizie della piccola frazione, ma anche della comunità che vi viveva e che si raccoglieva compatta soprattutto in occasione dei funerali.

Conclusa la veglia funebre, che avveniva in casa, dove era stata ricomposta la salma ( i due avvenimenti fondamentali della vita – la nascita e la morte- si verificavano allora normalmente in casa, non in ospedale come oggi), la bara veniva trasportata a spalle fino alla chiesa.

Una volta terminata la cerimonia funebre, l'accompagno si riorganizzava subito fuori la chiesa e si avviava a piedi fino al cimitero, posto vicino all'abitato di Ostra, a circa due chilometri di distanza .

Apriva il corteo un chierichetto con il crocefisso in mano, seguito dalle donne rigorosamente vestite di nero con un velo dello stesso colore a coprire il capo.

Erano disposte su due file parallele. Le prime recavano in mano i cosiddetti “pregadio”, cartoncini recanti scritte funebri e il nome di chi aveva fatto per l'occasione un'offerta alla Chiesa.

Le ultime portavano invece candele, che con il loro colore bianco contrastavano con la nota nera dominante.

Fra le due colonne alcune donne portavano in coppia le corone dei fiori e a seguire un'altra donna sorregge lo stendardo delle terziarie francescane.

Immediatamente prima del carro funebre, sempre al centro della strada, il curato, in cotta e stola, che per tutto il tragitto guidava le preghiere e i canti funebri.

Subito dopo il carro infine i parenti della defunta e gli uomini (amici, conoscenti, compaesani), che restavano così, come in avveniva allora in Chiesa, separati dalle donne.